Astep
VV Cinquanta Lampada da Terra
Prezzo a partire da € 1.147,00*
*Prezzo valido per la versione con struttura in acciaio nero e paralume in alluminio nero - lampadina esclusa (cod. T02 - F21 - 00BB).
Leggerezza e fragilità si intrecciano in questa lampada di Astep, nata forse da una suggestione e venuta al mondo grazie a un sapiente uso di materiali e tecnologie. Il designer Vittoriano Viganò l’ha pensata nel 1951, immaginando con lei una serie di altre opere che incarnino le diverse sfaccettature dell’illuminazione: da tavolo, a sospensione, da parete o paralume. Il lungo stelo posizionato con inclinazione voluta e studiata presenta nella parte più alta un paralume orientabile e inclinabile a sua volta per direzione la diffusione della luce. Questa lampada è disponibile in numerose colorazioni così da poter creare la scala cromatica più adatta a ogni ambiente.
L.47,8 x P.103,5 x H.147 cm
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Ogni articolo è prodotto secondo il gusto e le indicazioni del cliente in una finitura personalizzata, per cui i tempi di produzione possono variare in base alla versione scelta.
Il nostro obiettivo principale è di soddisfare le aspettative del cliente e garantire tutta la cura e l’attenzione a 360°.
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Astep nasce dall’idea e dal talento imprenditoriale di Riccardo Sarfatti, figlio del celebre designer Gino Sarfatti, di riprendere alcune delle più celebri icone d’arredo del padre e di Vittoriano Viganò per dar loro nuovo lustro e possibilità espressive. Astep affonda le proprie radici nelle incredibili opere create da Luceplan e Arteluce, storiche imprese specializzate nella creazione di lampade e arredi luminosi dalle quali raccoglie le più nobili vestigia rinnovate alla luce delle migliorie tecnologiche intercorse negli ultimi cinquant'anni. Grazie a questo ambizioso piano, Astep si augura di riportare alla luce l’esperienza e la creatività della famiglia Sarfatti ma non solo, di proseguire il cammino intrapreso dando vita a nuove icone del design contemporaneo.Scopri di più
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Vittoriano Viganò
Vittoriano Viganò (1919-1996) è un architetto italiano celebre soprattutto in quanto maggior esponente dell’architettura brutalista in Italia. Ampio uso del cemento armato a vista, volumi robusti e severi, rigide geometrie angolari: tutti gli stilemi tipici del brutalismo si ritrovano perfettamente sintetizzati nell’Istituto Marchiondi di Baggio (1958), opera che gli permise di attirare l’attenzione della critica internazionale e che ancora oggi è considerato uno degli esiti più felici della stagione brutalista. Avvicinatosi al brutalismo anche per il suo interesse all’utilizzo di materiali poveri, Viganò non fu però interprete acritico della tendenza e la arricchì di molti tocchi personali, come una continua (e in parte paradossale, visti in materiali utilizzati) ricerca di leggerezza e la passione per l’uso delle tonalità rosse e nere. Molte delle sue opere più note vedono la luce a Milano, sua città natale: dal progetto di sistemazione del Parco Sempione (1954-69) alla sede della Facoltà di Architettura del Politecnico (1970-85). Altro suo progetto-chiave è stata la cosiddetta Casa La Scala (1956-58), realizzata a San Felice Benaco per l’amico francese André Bloc, direttore della rivista “L'architecture d'aujourd'hui” per la quale Viganò fu per molti anni corrispondente dall’Italia. La sua esperienza come designer di prodotto si concentra invece principalmente nella lunga collaborazione con il marchio di illuminazione Arteluce di Gino Sarfatti, del quale fu il principale consulente tecnico-artistico dal 1947 al 1960 e di cui progettò anche il punto vendita milanese (1962). Le sue creazioni sono oggi riedite dal brand danese Astep, fondato dagli eredi di Sarfatti e ideale continuatore dell’esperienza di Arteluce.Scopri di più