Astep
2065 Lampada a Sospensione
Prezzo a partire da € 1.220,00*
*Prezzo valido per la versione con paralume in metacrilato bianco - cavo nero - lampadina inclusa (cod. T031 - S31 - 0BWW).
Fra le numerose proposte di Astep per l’arredo luminoso, la lampada a sospensione Mod. 2065 spicca per la sua purezza formale unita a una essenzialità che la rende difficilmente replicabile ma soprattutto, facilmente distinguibile nella massa. Gino Sarfatti ne aveva progettato il corpo d’illuminazione in vetro, ma oggi quella componente è stata sostituita con il metacrilato, una plastica polimerica molto più forte e leggera. Il diffusore prevede due piattini opalescenti uniti e sospesi al soffitto con un rosone in alluminio verniciato nero. Un esempio di eleganza e leggerezza senza pari.
Ø 53,8 x H.54,6 cm
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Astep nasce dall’idea e dal talento imprenditoriale di Riccardo Sarfatti, figlio del celebre designer Gino Sarfatti, di riprendere alcune delle più celebri icone d’arredo del padre e di Vittoriano Viganò per dar loro nuovo lustro e possibilità espressive. Astep affonda le proprie radici nelle incredibili opere create da Luceplan e Arteluce, storiche imprese specializzate nella creazione di lampade e arredi luminosi dalle quali raccoglie le più nobili vestigia rinnovate alla luce delle migliorie tecnologiche intercorse negli ultimi cinquant'anni. Grazie a questo ambizioso piano, Astep si augura di riportare alla luce l’esperienza e la creatività della famiglia Sarfatti ma non solo, di proseguire il cammino intrapreso dando vita a nuove icone del design contemporaneo.Scopri di più
Designed by
Gino Sarfatti
Gino Sarfatti (1912-1985) ha ricoperto un ruolo chiave nella storia del design italiano dell’illuminazione, nella doppia veste di designer e imprenditore. Nato a Venezia da una famiglia della grande borghesia ebraica cittadina, ex ingegnere aeronautico, Sarfatti ha approcciato il design da autodidatta, fondando nel 1939 l’azienda Arteluce e firmando in prima persona la maggior parte dei modelli a catalogo. Arteluce è una delle pochissime realtà milanesi ad affrontare il tema dell'illuminazione con piglio moderno, distanziandosi dagli stili tradizionali allora in voga e inserendosi nel solco delle nuove proposte architettoniche che stavano in quegli anni rivoluzionando lo stile degli interni cittadini a firma di architetti come Gio Ponti o Emilio Lancia. Dopo essersi rifugiato in Svizzera durante la Seconda Guerra Mondiale per sfuggire alle persecuzioni razziali, Sarfatti nel Dopoguerra continuerà la sua incessante ricerca produttiva che concepisce la luce come un elemento teso a valorizzare al massimo gli spazi architettonici. Oltre ad aver progettato più di 400 modelli di serie, è stato chiamato anche a curare l’illuminazione di teatri (come il Teatro Regio di Torino o il Piccolo Teatro di Milano), musei (tra cui il Museo del Castello Sforzesco) e navi da crociera. È stato insignito di due Compassi d’Oro (1954, 1955) e della Medaglia d’Oro alla XV Triennale (1973). Nel 1973 cede Arteluce a Flos. Oggi la maggior parte delle sue creazioni sono riproposte dal brand danese Astep, fondato dal nipote Alessandro Sarfatti.Scopri di più