I migliori marchi di arredamento scandinavo di design
Il grande successo del design scandinavo nel mondo, figlio di una storia e di un’estetica stratificata e non priva di contraddizioni interne, può forse essere riassunto in una parola danese divenuta ormai popolarissima: “hygge”. Questo termine molto sfaccettato, spesso tradotto letteralmente come “piacere” o “benessere”, richiama la calda accoglienza di atmosfere familiari e rilassanti, che portano con sé un senso di comodità e sicurezza. È la sensazione che si prova in uno chalet di montagna una sera d’inverno, circondati dai propri affetti più cari attorno a un fuoco nel camino mentre fuori dalle finestre una fitta neve dona al paesaggio un freddo abbraccio. Un tempo sospeso e magico in cui ogni preoccupazione svanisce e ci si sente pienamente al proprio posto, realmente “a casa” nel senso più pieno.
Queste suggestioni si innestano su una ricca storia culturale che ha fatto sì che nei paesi scandinavi il design diventasse un fenomeno sociale di portata molto più ampia di quanto non fosse accaduto negli altri paesi dell’Occidente. Abituati a passare i lunghi mesi di freddo fra le mura domestiche, i popoli della Scandinavia hanno sempre dato grande importanza all’arredo e agli spazi interni, sviluppando riflessioni e prassi progettuali avanzatissime fin dal XIX secolo. La vera storia contemporanea del design scandinavo comincia però negli anni ’20 del ‘900 e si intreccia con quella del Modernismo, del quale i designer scandinavi diedero un’interpretazione eterodossa e molto personale.
Laddove i grandi designer modernisti – Le Corbusier in testa – guardavano al futuro e a materiali di nuova concezione, i migliori designer scandinavi furono invece in grado di coniugare la tensione verso una produzione di massa dai prezzi democratici con una valorizzazione dello sviluppatissimo artigianato locale e con l’armonia di forme e materiali naturali, in particolare il legno. Tonalità chiare, ampio uso di bianchi pastosi in ambienti luminosi, forme semplici e ricche di richiami alla tradizione: sono questi alcuni dei segreti della scuola di design scandinava che nel Secondo Dopoguerra conquistò il mondo a partire del grande successo della mostra “Design in Scandinavia” che girò gli Stati Uniti e il Canada fra il 1954 e il 1957.
Tuttora in floridissima salute, il design scandinavo negli anni ha saputo innovarsi continuamente senza perdere contatto con le sue radici, facendo tesoro delle lezioni di maestri quali Alvar Aalto, Arne Jacobsen, Hans J. Wegner, Verner Panton e innumerevoli altri per dare una vita a una produzione vastissima, con centinaia di nuovi marchi che nascono e prosperano ogni anno, all’interno della quale può essere spesso difficile orientarsi.
Una prima distinzione che può tornare utile è quella fra le grandi “scuole nazionali”, comunque molto diverse anche all’interno di una regione molto coesa come la Scandinavia. La Danimarca si è specializzata nella fasci più alta della produzione e nel design più ardito e sperimentale. Quando pensiamo alle grande icone di design scandinavo, ai suoi designer più intramontabili e a marchi di ispirazione di maggior successo stiamo nove volte su dieci pensando al design danese. La Svezia si è invece specializzata nel “design accessibile”, dando vita con IKEA al più grande gruppo di arredamento in tutto il mondo. Appartato ma vivacissimo, il design finlandese risente ancor oggi moltissimo dell’influenza del suo nume tutelare, l’immortale Alvar Aalto, e può contare anche su una feconda produzione di accessori e oggetti. Minor successo nel mondo ha avuto invece il design norvegese di arredo, che può vantare però con Stokke un vertice di eccellenza nella nicchia degli accessori degli accessori per l’infanzia.
A livello di singoli marchi il design scandinavo può contare alcuni fra i brand noti in assoluto a livello mondiale. Andiamo ora ad analizzare uno per uno i principali, concentrandoci sulle loro caratteristiche focali e sulle principali differenze fra loro.
Fondato a Copenhagen nel lontano 1872 dall’omonimo fondatore, Fritz Hansen costituisce ancora oggi uno dei brand di design danese più noti e apprezzati nel mondo. Fu fra i primi ebanisti danesi ad abbracciare la via dell’industrializzazione e della produzione in grandi numeri e a partire dagli anni ’50 si affermò fra i capofila del successo del design scandinavo anche fuori dai confini nazionali. Questo avvenne soprattutto grazie alla sua collaborazione con l’architetto e designer Arne Jacobsen, capace di dare vita con Fritz Hansen ad alcune delle intramontabili icone di design che si sono imposte come simboli dello stile scandinavo nel mondo, dall’imponente poltrona Egg all’onnipresente sedia Ant fino alla poltrona Swan. Centrata su poltrone e sedute, la produzione di Fritz Hansen si presta tanto all’uso in ambienti domestici quanto in spazi pubblici.
Protagonista di un successo sempre crescente nell’ultimo ventennio, Carl Hansen & Søn può in realtà vantare una storia ultracentenaria iniziata nel 1908 nella cittadino di Gelsted sull’isola di Fyn, dove tuttora l’azienda ha sede. Inizialmente piccola ebanisteria artigianale, deve molto del suo successo alla collaborazione iniziata negli anni ‘50 con colui che è considerato il grande maestro della sedia danese, l’immortale Hans J. Wegner, che per Carl Hansen ha disegnato sedute come la CH24 Wishbone Chair – considerata da molti architetti la più bella sedia della storia – la “poltrona col sorriso”, il modello CH07 Shell Chair. Ancora oggi azienda di proprietà familiare con un grande focus sui materiali naturali come il legno, Carl Hansen & Søn affianca nel suo catalogo nuove proposte a diverse riedizioni di icone del passato, con un’attenzione anche a un princing di prodotto relativamente accessibile (pur all’interno della fascia alta del mercato).
Indubbiamente la più celebre fra le aziende scandinave di illuminazione, l’azienda venne fondata a Copenhagen da Louis Poulsen nel 1872 come negozio di ferramenta e cominciò a occupasi anche di illuminazione dal 1892. Negli anni ’20 l’azienda fu fra le protagoniste dell’elettrificazione di massa della Danimarca, ponendosi fin da allora come main character del mercato grazie alle lampade progettate dal designer Poul Henningsen, autore di geniali soluzioni progettuali capaci di prevenire l’effetto-abbagliamento della luce elettrica che era allora un problema molto sentito. Nati con una ben precisa funzione pratica, gli elaborati paralumi di lampade come il modello PH5 o la spettacolare PH Artichoke sono tuttora modernissimi o inconfondibili. Negli anni Louis Poulsen ha mantenuto il suo ruolo di colosso industriale e guida del mercato, collaborando anche con altri designer di grande rilievo quali Arne Jacobsen e Verner Panton.
Artek fa rima con Alvar Aalto: l’azienda è stata fondata nel 1935 dal grande architetto, padre fondatore del Modernismo Scandinavo, con lo scopo di far arrivare alla produzione in serie le sue creazioni nel campo dell’arredo curvato. Presto distintasi per le sue sperimentazioni con il legno curvato, modernissime per l’epoca, che trovarono applicazione in prodotti ormai iconici quali lo sgabello 60, la poltrona Paimio dai sinuosi braccioli o l’affascinante carrello da tè 901, tutti firmati da Aalto. Oltre al “nocciolo duro” costituito dalla produzione di Aalto negli anni Artek si è distinta come punta di lancia del design finlandese nel mondo, offrendo una piattaforma produttiva solida a designer quali Ilmari Tapiovaara ed Eero Aarnio. A partire dal 2013 è stata acquista dal colosso svizzero Vitra, che ha dato al brand un’impronta ancora più internazionale con l’introduzione di molti nuovi designer contemporanei.
Grande protagonista della “new wave” del design danese, si discosta in parte dal classico immaginario solitamente associato al mondo del design scandinavo: protagonista di atmosfere soffuse e raffinate, Gubi si pone al centro di una riscoperta del vintage e del design Mid-Century, con un’attenzione particolare ai grandi maestri francesi come Pierre Paulin, la cui poltrona Pacha è stata oggetto di una fortunatissima riedizione che l’ha portata ai diventare una delle vere e proprie icone di design del nostro tempo (nonostante il design originale, a lungo dimenticato, risalga addirittura al 1975). Fondata nel 1967 a Copenhagen, Gubi ha raggiunto un grande successo soprattutto a partire dagli anni ’10 del 2000 e vede al centro della propria produzione tanto il comparto dell’illuminazione quanto quello dell’arredamento – soprattutto sedute e complementi. Oltre alle ispirate riedizioni, Gubi ha grande successo anche nelle nuove proposte, contribuendo a lanciare la carriera di un duo di designer che è forse il nome di punta del design danese contemporaneo: GamFratesi, autore del successo della sedia Beetle.
La Finlandia è protagonista di una tradizione vetraria di altissimo livello, la cui storia è confluita oggi quasi interamente nella vetreria Iittala che nel corso degli anni ha acquisito ed assorbito tutti i suoi grandi rivali (tra cui Karhula, Nuutajärvi e Riihimäki). I finlandesi sono mastri nel lavorare il vetro in forme sinuose e organiche, fortemente ispirate alla natura, tali da farlo sembrare quasi un materiale vivo e dotato di un proprio dinamismo. Anche in quest’ambito fu pioniere il grande Alvar Aalto, autore di una bellissima serie di vasi dalle forme ispirate a quelle di un lago, diventati il vero e proprio simbolo del design finlandese. Altro importante maestro misuratosi col vetro è Tapio Wirkkala, dall’ispirazione ancor più marcatamente naturalista, che nella sua serie Ultima Thule compie un vero e proprio “gioco di prestigio” conferendo al vetro l’aspetto del ghiaccio, mentre col meraviglioso vaso Kantarelli riesce a modellare il materiale nella meravigliosa forma di un fiore.
Fondata nel 1911 nell’omonima cittadina costiera della Danimarca Meridionale, Fredericia ha accompagnato negli anni la crescita e il successo del design danese nel mondo attraverso le sue molteplici tendenze e sviluppi. Risale agli anni ’50 la sua collaborazione con Børge Mogensen, uno dei nomi più celebri del design danese dell’epoca, autore di sedute tradizionali ma eleganti come l’iconica Spanish Chair. Fu poi feconda negli anni ’80 e ’90 la collaborazione con Nanna Ditzel, la “gran dame” del design danese, che contribuì a portare al passo coi tempi la sua produzione. Oggi Fredericia è un marchio dal catalogo ricco di classici (ancor di più dal 2020, con l’acquisizione della Erik Jørgensen Møbelfabrik, che ha portato in dote pezzi senza tempo come la poltrona Ox Chair di Hans J. Wegner o la Corona Chair di Poul M. Volther) ma dall’immagina innovativa e glamour, arricchita dalla collaborazione con studi di tendenza come il pluri-premiato Space Copenhagen (autori del design del celebre ristorante Noma): un vero e proprio must per i veri appassionati del design danese.
Considerato l’enfant terrible del design scandinavo, a partire soprattutto dagli anni ’60 Verner Panton ha contribuito a portare nel futuro lo stile di un design danese che stava diventando ormai un po’ troppo di maniera e sclerotizzato, aprendolo all’uso di nuovi materiali come le plastiche e alla vivacità di accesi colori pop che rompevano in maniera netta con la misurata tradizione scandinava. Se il suo prodotto più celebre ed iconico – l’intramontabile Panton Chair – è saldo appannaggio di un brand svizzero come Vitra, fra i primi a credere possibile la realizzazione di massa di un pezzo così visionario per l’epoca, molte sue creazioni sono invece oggi proposte dal brand danese Verpan, interamente dedicato all’opera di Panton, che lavora gomito a gomito con gli eredi del designer per rieditare versioni filologicamente accurate e ancora perfettamente attuali di molti suoi capolavori quali le lampade VP Globe e Fun. Interessante anche la selezione di arredi, spesso di gusto notevolmente eclettico, fra i quali spicca l’eleganza della sedia 430.
È l’ultima nata fra i marchi di design danese dal grande successo internazionale, la fondazione di &tradition avviene infatti a Copenhagen nel vicino 2010. Protagonista negli ultimi anni di una crescita impetuosa, è fra le aziende qui proposte quella con a maggior selezione di arredi ed accessori dal prezzo più accessibile, senza però rinunciare in nulla alla qualità del grande design. Il nome stesso ne dichiara la vocazione per le riedizioni di classici del passato, come l’iconica lampada Flowerpot di Verner Panton o l’accogliente poltroncina Little Petra di Viggo Boesen. Lo sguardo di &tradition è però rivolto chiaramente al futuro: abile attuatrice delle più moderne strategie di marketing, dall’immagine fresca e patinata, l’azienda dispone inoltre di numerose collezioni contemporanee di successo frutto di collaborazioni con designer di pregio del panorama contemporaneo come lo spagnolo Jaime Hayon e l’italiano Luca Nichetto. Oltre che di arredi &tradition si occupa con grande successo anche di illuminazione e oggettistica.
Finn Juhl è stato uno dei grandi ebanisti che hanno dato lustro alla tradizione del design danese nei primi anni ’50. È stato forse il primo a raggiungere un grande successo negli Stati Uniti, dove tuttora le sue poltrone risultano apprezzatissime. Anche nel mercato del vintage trova grande riscontro con la Chieftain Chair, capolavoro di alta ebanisteria dalle forme sinuose o organiche, o l’accogliete Pelican Chair. Caduto un po’ nel dimenticatoio dopo la morte, Finn Juhl è stato protagonista in anni recenti di una “seconda giovinezza” a seguito dell’accordo trovato nel 2001 fra gli eredi e la pregiata ebanisteria Onecollection di Ringkøbing, situata sulla costa occidentale dello Jutland, per far tornare in produzione in esclusiva tutte le migliori creazioni del maestro sotto il marchio “House of Finn Juhl”.
Fra i brand presenti in questa lista è l’azienda più piccola e di nicchia – oltre che probabilmente quella con i prodotti più costosi a catalogo. Piccola ebanisteria artigianale a gestione famigliare situata ad Allerød, cittadina non lontana da Copenhagen, PP Møbler può vantare una strettissima collaborazione con il grande Hans J. Wegner, che ha dato vita nelle loro botteghe ad alcune delle sue opere più celebri come la poltrona Papa Bear, dal look inconfondibilmente vintage, capace di raggiungere quotazioni da capogiro sul mercato del modernariato o l’affascinante Circle Chair, con il suo schienale in corda. Vero e proprio simbolo della produzione PP Møbler è però la caratteristica lounge chair Flag Halyard, uno dei pochi prodotti di Wegner ad avere come materiale protagonista l’acciaio invece che il legno.
Seducente e glamour, il marchio Audo Copenhagen è uno degli esempi migliori di come negli ultimi anni il tipico stile scandinavo abbia saputo rinnovarsi e adattarsi alle mode senza snaturarsi. Il brand è recentissimo: nasce infatti nel 2023 dalla fusione di due marchi protagonisti negli ultimi anni di un crescente successo quali Menu, specializzato in oggettistica e accessori, e By Lassen, concentrato sulle riedizioni di arredi firmati dall’architetto Mogens Lassen. Design accattivanti e uno stile fotografico riconoscibile ed espressivo fanno di Audo Copenhagen il marchio perfetto per l’epoca dei social, dove ha trovato un successo sempre crescente grazie anche al suo focus su produzioni a prezzo accessibile concentrate soprattutto su accessori, lampade e complementi. Di particolare pregio la collaborazione con lo studio Norm Architects, interprete di un minimalismo avvolgente che si può considerare a buon titolo lo sviluppo più recente di maggior successo della secolare storia del design scandinavo.