Venini ha svolto un ruolo di trait d’union tra il mondo del vetro artistico e quello del design anche grazie alla sua storia peculiare: l’azienda è stata infatti fondata negli anni ’20 da un avvocato milanese, Paolo Venini, che l’ha gestita dapprima con il socio Giacomo Cappellin e poi in totale autonomia. I primi due direttori artistici furono di formaizone artistica: il pittore Vittorio Zecchin e lo scultore Napoleone Martinuzzi.
Molti dei grandi classici disegnati in questo periodo sono tuttora fra le icone dell’azienda, come il raffinato vaso Veronese di Vittorio Zecchin ed il colorato vaso Opalino. Altri intramontabili vasi Venini sono l’inconfondibile vaso Fazzoletto, disegnato da Fulvio Bianconi nel secondo dopoguerra, ed il vaso Balloton, dalla caratteristica tecnica di lavorazione. Data invece agli anni ’30 la collaborazione con Carlo Scarpa, autore tra le altre cose di una celebre serie di Murrine.
Altro rapporto fecondo fu quello Gio Ponti, che disegnò il celebre lampadario 99.80. L’interesse per il design non venne abbandonato neppure dopo la morte di Paolo Venini ed il passaggio dell’azienda al genero Ludovico Diaz de Santillana: negli anni successivi videro infatti la luce la serie di vasi Bolle di Tapio Wirkkala. Negli anni ’80 Venini venne rilevata dalle famiglie Gardini e Ferruzzi, mentre è oggi guidata dalla celebre famiglia di gioiellieri Damiani.