La vicenda progettuale ed industriale di Osvaldo Borsani ha inizio nell’azienda del padre Gaetano, la ABV (Arredamenti Borsani Varedo), specializzata nella produzione artigianale per le grandi committenze milanesi. Osvaldo rivela il suo talento poco più che ventenne, quando viene premiato alla V Triennale di Milano per l’allestimento “La Casa Minima”, in cui è già manifesta la sua tensione verso la modernità applicata al mondo dell’arredo.
Sarà sempre ad una Triennale, la decima edizione del 1954, che verrà presentata Tecno, fondata da Osvaldo in collaborazione col gemello Fulgenzio. Con questa azienda Osvaldo inizia la sua avventura nel campo della produzione industriale, dopo aver collaborato per anni con importanti artisti dell’avanguardia come Lucio Fontana per realizzare arredi unici per una clientela qualificata. È un’esperienza che non rinnega: tutti i prodotti Tecno, per quanto industrializzati, conservano un tocco di unicità che li rende di immediato successo.
Poltrone come i modelli P40 e P32 o divani come il modello D70 diventano subito dei classici intramontabili, e la Tecno comincia la sua espansione globale, mantenendo come fulcro lo storico showroom di Milano in via Montenapoleone ereditato dal padre e ristrutturato direttamente da Osvaldo Borsani. Negli anni ’60 l’azienda si avvicinerà sempre più al mondo degli uffici direzionali e degli arredi per spazi pubblici, in seguito all’incontro con Enrico Mattei che le assegnò una grande commessa per la sua ENI.
È un campo che non avrebbe più abbandonato, arrivando a fregiarsi di progetti prestigiosissimi come quello per il Parlamento Europeo di Bruxelles nel 1992 o quello per il rifacimento del British Museum di Londra su progetto dello studio Foster + Partners nel 2003. L’azienda appartiene dal 2010 a Giuliano Mosconi, storico dirigente del gruppo Poltrona Frau, che ha inaugurato la nuova sede di Mariano Comense e ne ha curato il rilancio ai massimi livelli internazionali