La storia di Boffi risale fino al 1937, con la fondazione ad opera di Piero Boffi. Nel Dopoguerra i figli Dino, Pier Ugo e Paolo Boffi traghettano l’azienda nella modernità con modelli come la Serie C di Asti e Favre, la T12 di Gian Casé, prima cucina ad associare legno e laminato, e soprattutto la rivoluzionaria cucina monoblocco Minikitchen di Joe Colombo, esposta al MoMA di New York. Risale invece agli anni ’70 la direzione artistica di Lugi Massoni con la sua Xila, la prima cucina senza maniglie, tuttora fra i bestseller del marchio.
Negli anni ’80 la direzione artistica passa ad Antonio Citterio. Ha inizio la produzione delle prime linee di bagni Boffi. Sono però gli anni ’90, con la gestione di Roberto Gavazzi, il periodo dell’affermazione interazionale. È in quel decennio che comincia la stretta collaborazione con Piero Lissoni, che firmerà in seguito alcune delle cucine più apprezzate del marchio come la cucina Duemilaotto, con il suo caratteristico piano snack in massello di abete, o la pluripremiata cucina Aprile.
Nel 2003 Boffi acquista il brand tedesco Norbert Wangen, aggiungendo al suo catalogo diversi modelli concepiti dall’omonimo imprenditore e designer, quali le eleganti e minimali “cubo-cucine” K5 e K6, costituite da un unico blocco con piano a scomparsa, o cucina K2, variante più scenografica dello stesso concetto. O, ancora, la cucina K14 con il caratteristico smusso a 30° del piano e l’elegante cucina K21. Un più esplicito richiamo alle forme della tradizione si ritrova invece nella cucina Salinas di Patricia Urquiola.
Le potenzialità di Boffi non si esauriscono nell’ampia selezione di cucine di lusso, ma si ritrovano anche nella sua forza produttiva, concentrata nel polo di Lentate sul Seveso di oltre 25.000 mq con i sui impianti d’avanguardia per la laccatura poliestere, e con le partnership d’esclusiva con i fornitori di materiali pregiati, quali De Castelli per le finiture metalliche, Salvatori per i marmi o Blanco per piani e lavelli in acciaio Durinox.