Intervista a Studiopepe | La design agency di Arianna Lelli Mami e Chiara Di Pinto
1) Come è nato Studiopepe? Raccontateci il percorso che vi ha portato a costruire questa vostra realtà. Si è trattato di un percorso lineare o pensate vi sia stato un punto di svolta decisivo che vi ha portato a diventare ciò che siete?
Ci siamo conosciute all’università e poi reincontrate durante il viaggio di laurea in Messico, in un spiaggia semideserta. La condivisione di un a parte del viaggio ci ha unite, e da lì abbiamo iniziato a parlare di quello che avremmo voluto far ‘da grandi’. E dopo nemmeno un anno abbiamo fondato Studiopepe. I viaggi sono rimaste per noi una grande fonte di ispirazione.
2) In cosa vi differenziate nel vostro lavoro? In cosa invece vi incontrate o siete maggiormente d’accordo?
Abbiamo un rapporto molto fluido, non abbiamo dei ruoli specifici e definiti come spesso accade in molti duo.
Abbiamo una visione comune e un substrato di immaginazione e riferimenti molto vasto e condiviso da cui attingere. A volte è un linguaggio di poche prole ma ci capiamo subito al volo. Altre volte è dialettica che può sembrare scontata ma invece è un altra modalità di concepire il processo creativo.
3) Cosa pensate renda riconoscibili i vostri progetti in tutto il mondo? Quale pensiate sia il punto di forza che distingue Studiopepe da altri studi di interior design che operano nel medesimo settore?
Sicuramente il forte storytelling che sta alla base dei nostri progetti. Infatti tendiamo a dare un nome a ogni progetto…questo ci serve per costruire una sorta di personalità… ricca di sfaccettature ma coerente.
4) Avete uno o più progetti di interior a cui siete particolarmente legate? Ne esistono alcuni che pensate sintetizzino maggiormente il vostro gusto e stile?
Siamo molto legate ai nostri progetti Manifesto che facciamo durante il Salone del Mobile perché raccontano molto del nostro processo creativo e progettuale e inquadrano quello che abbiamo creato durante quell’anno e quello a cui stiamo lavorando per gli anni futuri. Design, interior, allestimenti, esperienza sensoriale, performance…sono tanti i media che concorrono per raccontare la storia che abbiamo in mente.
E poi il progetto della casa di Arianna…non facile essere il committente di se stessi ma sicuramente il risultato rispecchia molto il nostro Gusto.
5) I vostri interior, così come i progetti manifesto che presentate ogni anno al Fuorisalone colpiscono per l’estrema armonia compositiva e lo studio dei colori. Cosa vi influenza nel creare e dar vita a queste suggestioni?
Le influenze sono molteplici e stratificate.. ognuna di noi ha le sue, talvolta sono simili talvolta è proprio la crasi di concetti opposti che genera l’inaspettato!
6) Quale approccio seguite nel design di prodotto? Forma, colore, funzione e materiali; esiste per voi una dominanza fra questi fattori nel product design?
Per noi è molto importante la ricerca formale e plastica.
Non ci sentiamo interior designer tout court, amiamo del progetto la sua anima iconografica, scultorea per pezzi che sappiano adattarsi armoniosamente e con grande personalità all’interno di spazi anche molto diversi.
7) Un incessante lavoro di ricerca e riscoperta caratterizza anche la vostra ultima creazione, la Galleria Île flottante. Come riuscite a gestire così efficacemente questuo vostro ruolo di “Talent Scout” del design?
Non lo sappiamo bene nemmeno noi, sicuramente la curiosità e l’amore per le cose belle è un grandissimo motore. Nei nostri progetti futuri c’è’ sicuramente quello di avere uno spazio nostro dove ospitare quello che riteniamo interessante nel panorama internazionale .
8) I nuovi trend e lo sviluppo di molti canali di comunicazione hanno in qualche modo modificato il mondo dell’interior design? Sentite che il vostro modo di lavorare sia cambiato negli ultimi tempi?
Il mondo della progettazione e non solo sta cambiando in modo molto rapido. Tutto è più veloce a volte a discapito della qualità. Per noi è importante ‘fare bene’ non solo per ‘esserci’ ma perché abbiamo qualcosa da dire che pensiamo sia valido e interessante.
Paradossalmente, malgrado usiamo nei nostri progetti render 3d e modellazioni grafiche siamo molto orientate verso l’illustrazione a mano, lo schizzo a matita, il collage, per illustrare una parte dei nostri progetti. Il segno lasciato dalla mano ha tuttora un valore per noi essenziale.