Intervista con Giuliano Mosconi, Presidente del gruppo Zanotta e Tecno
Dinamismo, energia e una spinta costante alla reinvenzione di sé; queste sono solo alcune delle qualità che leggendola è possibile evincere dalle diverse esperienze e attività della sua vita. Un percorso che parte dalle attività di supporto e consulenza d’impresa alle sempre più importanti cariche di amministratore delegato e presidente di grandi aziende nel settore dell’arredamento.
- Ci parli un po’ di questo percorso e della scelta sempre più preponderante di spostare il suo interesse verso il settore dell’arredo di design.
Mi sono sempre occupato di impresa, ho sempre intervallato le mie esperienze dal dire come fare le cose a farle direttamente. In realtà sono lavori simili, quello che cambia è la responsabilità. Stare su aziende diverse ha aiutato a volte ad uscire dalla ritualità tipica di ogni settore ed ha permesso di affrontare i problemi con prospettive differenti.
- Cosa può dirci della sua esperienza alla guida di Poltrona Frau? In quegli anni è stato protagonista di importanti acquisizioni con la creazione del primo grande gruppo integrato di alcuni storici brand del design italiano, come Cassina, Cappellini e molti altri. Cosa ricorda di quel periodo?
Sono arrivato in Poltrona Frau nei primi anni 90 periodo complicato per il settore dell’arredamento; era necessario uscire dai mercati tradizionali per scoprire le potenzialità che il design poteva esprimere nel mondo. Avevo un’idea precisa, c’erano aziende con una forte identità che con la crisi avevano perso la capacità di crescere, potevano continuare a lavorare ciascuna nel proprio vissuto con una credibilità diversa. Nasce il “polo del bello” che ha portato sul mercato un diverso modo di agire dove era evidente come le diverse anime potevano soddisfare, in modo differente, le esigenze dei consumatori internazionali, un periodo impegnativo, nuovo, di grande crescita.
- Sappiamo che nel 2009 ha lasciato il gruppo per avviare la sua attività attraverso l’acquisizione di Tecno Spa, azienda leader nel settore dell’arredamento d’ufficio. Cosa l’ha portata a scegliere quello specifico settore del design? Perché proprio Tecno, e non altre imprese simili?
Poi si diventa malati. Il fascino di un grande marchio come Tecno che ha sempre fatto della ricerca, dell’innovazione l’elemento distintivo dello stare sul mercato, mi ha colpito. Quindi inizialmente mi ha guidato più la passione che la consapevolezza. Entrare nel settore dell’ufficio era un’altra cosa soprattutto nel 2010 nel pieno della crisi finanziaria, una nuova sfida una nuova opportunità: tentare di cambiare quello che si stava facendo. Abbiamo cercato di immaginare cosa stava avvenendo nel mondo del lavoro, le nuove tecnologie, abbiamo imposto nuovi prodotti. Da qui l’attenzione verso prodotti configurabili adatti ad essere modificati nelle installazioni, da qui gli investimenti nel digitale sempre con l’occhio rivolto al mondo che stava cambiando velocemente.
- Dal 2017, alla presidenza di Tecno si è aggiunta quella dell’azienda Zanotta, simbolo del design Made in Italy, ed esempio ben riuscito di total style. Cosa ci può dire di quest’ultima ulteriore tappa del suo viaggio? Com’è gestire contemporaneamente queste due realtà così diverse e come si interfacciano fra loro?
E’ stata una conseguenza diretta, il mondo sta diventando sempre più duale, da un lato la tecnologia che ha prepotentemente cambiato il nostro modo di lavorare. Si può lavorare in tempi e luoghi diversi (la pandemia lo ha totalmente reso evidente) e dall’altra la casa che diventava sempre più personale, sempre più progettata su di noi.
Come dicevo prima, non sono mondi inconciliabili in realtà la vita è fatta di luoghi di lavoro che acquisiscono progressivamente elementi di maggior domesticità e leggerezza, e la casa dove abbiamo imparato anche a lavorare. E’ un periodo di grandi cambiamenti e Zanotta che ha mantenuto intatta la cultura del prodotto poteva dare le risposte più adeguate. Non è capitata l’abbiamo cercata perché strategica nel nostro percorso.
- L’anno scorso Zanotta è stata protagonista del rilancio della grande collezione di Carlo Mollino. Ci può raccontare come è nata questa operazione?
La scoperta di Mollino come designer è stata un’intuizione di Aurelio Zanotta negli anni 80 portando nelle nostre case questi straordinari prodotti. Abbiamo voluto mettere l’attenzione su questo lavoro anche attraverso una più ampia conoscenza di Carlo Mollino come designer, come architetto, come uomo; ne è nato un libro che permette a tutti noi di essere più vicini alla sua creatività.
- Cosa vede nel futuro di Zanotta? Quali progetti avete in mente e su cosa vi state concentrando in questo momento?
E’ un po’ nel nostro DNA essere rispettosi di queste storie incredibili o se vogliamo, mantenerle contemporanee. Abbiamo la consapevolezza che il mercato del futuro sarà più plurale meno dominato da stili predefiniti. Lo stiamo facendo a Milano nel nostro spazio dove continuiamo a raccontare la nostra idea di casa più coinvolta nella singola persona; lo stiamo pianificando nei prossimi mesi a New York ma di questo ne parleremo più avanti.