Sedia Seconda
Mario Botta,
Sedia Seconda
Nel grande rinnovamento stilistico e formale della prima metà degli anni ’70, diviso fra Italianismo e nuove tendenze architettoniche , Mario Botta fu uno dei principali protagonisti del panorama internazionale. Conosciuto già per molti progetti architettonici come il Watari Museum of Contemporary Art di Tokyo e il San Francisco Museum of Modern Art, in breve riuscì a distinguersi anche nel campo del design di prodotto, grazie alla coppia di sedie, Prima e Seconda, commissionata dall’italiana Alias.
Uniche nel loro genere per le esclusive peculiarità costruttive, queste due icone del design sono fra loro strettamente correlate; nel particolare, Seconda venne realizzata seguendo gli standard del disegno architettonico, combinando forme e volumi geometrici in maniera precisa per dar vita a un tutt’uno armonico e minimal. La struttura in acciaio verniciato si combina a una seduta in lamiera d’acciaio forato, mentre lo schienale è costituito di due semplici elementi cilindrici imbottiti in poliuretano nero. Le gambe nere si sollevano ad angolo retto nella parte anteriore dando forma ai braccioli culminanti a loro volta nello schienale. Geometrie ed essenzialità sono qui gli elementi cardine dell’intera struttura dominata da angoli a 90 gradi a eccezione delle due linee trasversali ai lati create per dare stabilità all’intera struttura e al contempo creare l’illusione di uno schienale quasi fluttuante a mezz’aria.
In queste opere è chiaro come Botta viva la geometria come una missione culturale: “Ogni forma che disegniamo deve in qualche modo appartenere al passato. Anche se creiamo qualcosa di contemporaneo, abbiamo comunque bisogno di archetipi, forme elementari e certi elementi formali che parlano di noi al passato”.
Seguendo queste idee, Botta diede ai fattori formali la totale precedenza rispetto al comfort. I suoi prodotti sono quindi particolarmente utilizzati in situazioni dove l’arredo si caratterizza per il suo forte impatto visivo come hall di hotel, spazi espositivi e gallerie.
Ogni forma che disegniamo deve in qualche modo appartenere al passato