Poltroncina Wassily
Marcel Breuer,
Poltroncina Wassily
La poltroncina Wassily di Marcel Breuer è uno dei massimi capolavori del Bauhaus e del Movimento Moderno. Riprende le forme della tradizionale club armchair, ma in una versione “scarnificata” che ne lascia intravedere lo scheletro, costituito da un tubolare metallico con funzione strutturale e dei supporti di cuoio in sostegno alla seduta. La poltroncina assume così un’impressione di aerea leggerezza, e riesce a integrarsi al meglio in ogni spazio architettonico: la sua struttura quasi trasparente lascia infatti intravedere l’ambiente circostante, a differenza dei pesanti volumi delle poltrone tradizionali che tendono a soffocare l’ambiente.
Il procedimento della scomposizione di una poltrona tradizionale in un gioco di linee e piani era già stato affrontato dall’avanguardia olandese del De Stijl, e in particolare da Gerrit Thomas Rietveld con la sua Red and Blue Chair, ma Breuer ebbe il merito di portarlo su un altro livello, integrandolo con l’uso di materiali moderni e innovativi. Il metallo cromato dona piacevolezza alla vista e al tatto, mentre l’utilizzo del legno rende la seduta più comoda e rilassata.
Breuer era stato uno dei più brillanti studenti della Bauhaus ed era poi passato a dirigerne il laboratorio di falegnameria nel 1925, anno a cui risale anche la creazione della sedia Wassily. Aveva avuto l’ispirazione per il design di una seduta in tubolare dal telaio metallico della sua nuova bicicletta Adler, a cui associò poi una seduta in un’innovativa fibra tessile chiamata Eisengarn (oggi è invece realizzata in cuoio, garantendo così una maggiore resistenza).
L’opera di Breuer incarnava al meglio il sogno del Bauhaus: la creazione di arredi completamente nuovi, adatti agli stili di vita moderna che si andavano delineando e alla nascente produzione industriale, igienici e resistenti. Nacque così la prima seduta della storia del design realizzata in tubolare metallico e esplicitamente concepita per uso domestico. Fra i primi ammiratori del suo progetto ci fu Wassily Kandinsky, che la volle utilizzare nell’arredo dei suoi appartamenti presso la Scuola Bahaus di Dessau e dal quale oggi la poltroncina trae il suo nome.
Per curare la produzione della sua seduta Breuer fondò anche un’azienda, la Standard-Möbel, che la mise in commercio originariamente con il nome di B 3. La ditta venne presto rilevata dalla Thonet, che curò la produzione di massa della sedia per alcuni anni. Con l’avvento del Nazismo Breuer dovette scappare negli Stati Uniti e fu lì che diversi decenni dopo incontrò Dino Gavina, che nel 1962 lo convinse a rimettere in produzione la poltroncina. La Gavina è stata poi acquistata nel 1968 dalla Knoll che ha concesso alla poltroncina Wassily un posto di grande preminenza nel proprio catalogo.
La mia opera più estrema sia nell'aspetto che nell'uso dei materiali; la meno artistica e la più logica