Piet Hein
Il danese Piet Hein (1905-1996) è una figura poliedrica che sfugge ad ogni facile definizione: matematico, poeta, scienziato, filosofo ed anche designer, moderna incarnazione della classica attitudine degli intellettuali rinascimentali: come un novello Leonardo da Vinci ha sempre amato trasformare le proprie scoperte teoriche in oggetti reali, in quanto riteneva che non ci fosse una netta distinzione fra scienza e creazione artistica. Discendente diretto del leggendario navigatore olandese del XVII secolo Piet Pieterszoon Hein, Hein ha avuto una formazione ricca ed errabonda, seguendo corsi di studi mai completati presso l’Istituto di Fisica Teorica dell’Università di Copenhagen e l’Accademia delle Belle Arti di Stoccolma. Uno dei suoi contributi più ricordati tanto all’ambito della geometria quanto a quello del design è la scoperta della forma della Superellisse, nuova figura geometrica che combina l’ellisse con il rettangolo, da lui inventata nel 1959 quando era stato invitato a fornire una consulenza urbanistica per la nuova piazza Sergels Torg di Stoccolma. Nel decennio successivo utilizzò la Superellisse in diversi campi, facendola ad esempio diventare il piano del celebre tavolo Superellipse (1966) disegnato per Fritz Hansen in collaborazione con Bruno Mathsson, oppure estendendola in forma tridimensionale per creare la forma ideale del Superegg (protagonista ad esempio di una celebre serie di oggetti in metallo prodotti da George Jensen). Oggi molte delle sue creazioni sono riproposte dall’omonimo brand Piet Hein, oltre a figurare nei cataloghi di brand quali Fritz Hansen e Sibast. Amico personale di geni come Niels Bohr o Albert Einstein, per il suo lavoro scientifico ha ricevuto numerosi premi in tutto il mondo tra cui l’Alexander Graham Bell Prize nel 1968 e un dottorato onorario dall’Università di Yale nel 1992. Nei paesi scandinavi è però molto amato e ricordato anche e soprattutto per la sua attività di poeta, iniziata fin dagli anni ’30 con la pubblicazione sul quotidiano Politeken di brevi epigrammi arguti che presero il nome di “gruks” (in inglese “grooks”, secondo una forma scelta dallo stesso Hein che si occupò personalmente della loro traduzione), tutti firmati con lo pseudonimo di Kumbel Kumbell. Uno di essi, ironico e feroce, può essere considerato un vero e proprio manifesto sulla sua visione del design: “Most design is sheer disaster / hiding what one doesn’t master. / True design asks one thing of us / to uncover what it covers”.
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Versioni Fritz Hansen Superellipse Tavolo
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Fritz Hansen
Superellipse Tavolo
Bruno Mathsson, Piet Hein, Arne Jacobsen
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€ 2.198,00