Joe Colombo (1930-1971) è passato alla storia come il “designer del futuro”. Le sue creazioni sono permeate da una visone ottimistica del progresso e mirano alla creazione di un modo radicalmente nuovo di intendere l’ambiente domestico. Ne derivavano un pionieristico interesse verso materiali innovativi come la plastica, all’epoca utilizzata nel campo dell’arredo solo per progetti sperimentali, e una modernissima attenzione al tema della modularità, spesso portato all’estremo come nell’installazione Visiona 1 disegnata per Bayer, in cui ogni ambiente della casa viene ripensato nelle fantascientifiche vesti di “stazione funzionale”. Nato a Milano, ha dedicato la sua gioventù all’arte e alla pittura, aderendo al movimento dell’Arte Nucleare. Si interessò al design solo a partire dai trent’anni ed ebbe un solo decennio da dedicare alla disciplina, prima dell’improvvisa e prematura morte per arresto cardiaco. Ma quel decennio furono gli anni ’60, periodo di vorticosi cambiamenti, e le sue creazioni diedero il tono a un’epoca: poltrone come la Elda (oggi riproposta da Longhi) o la Tube Chair (disegnata per Flexform e rieditata da Cappellini) figurano nelle collezioni di tutti i più importanti musei di design di tutto il mondo, così come la Minikitchen disegnata per Boffi, la vasta collezione di lampade prodotte da Oluce, e i frutti delle sue collaborazioni con brand come Kartell e Zanotta. Fra i prodotti che oggi ri-editano le sue creazioni vi sono anche B-Line, Amini, Karakter e molti altri.