Giuseppe Pagano Pogatschnig | Le collezioni del designer

Giuseppe Pagano Pogatschnig

Giuseppe Pagano Pogatschnig
Giuseppe Pagano Pogatschnig (1896-1945) è stato uno dei padri dell’architettura razionalista in Italia. La sua vita, così densa di eventi significativi, ha attraversato alcune delle vicende storiche e politiche più significative del Novecento, da Pagano affrontate sempre tenendo fermo un’ideale di coerenza con le proprie idee che arriverà a costargli la vita. Nato con il nome di Giuseppe Pogatschnig in Istria, all’epoca parte dell’Impero austro-ungarico, allo scoppio della prima guerra mondiale le sue posizioni irredentiste lo portano ad arruolarsi volontario nell’esercito italiano. Ferito e catturato più volte, otterrà al termine del conflitto diverse medaglie al valore e sarà fra i protagonisti dell’impresa di Fiume. Risale a questo periodo la sua adesione al fascismo, inteso da Pagano come un movimento rivoluzionario capace di operare una cesura con il passato e liberare le energie migliori della società italiana. Il superamento del passato sarà anche uno dei concetti chiave della sua architettura, disciplina studiata nel dopoguerra presso il Politecnico di Torino: ostile a ogni monumentalismo e ad orpelli decorativi ormai superati, Pagano propugnava l’idea di un’architettura sobria basata unicamente su fondamenti razionali. Principi perfettamente incarnati nel Palazzo Gualino di Torino (1928), una delle prime architetture razionaliste a vedere la luce in Italia, da lui realizzato assieme al più giovane Gino Levi-Montalcini che fu a lungo suo socio. Esercitò le sue doti di divulgatore e polemista nel corso della lunga direzione della rivista Casabella (1930-43, nei primi anni in collaborazione con un altro grande architetto quale Edoardo Persico), a cui si affianco anche per un breve periodo nel 1941 la direzione di Domus. Sarebbe però sbagliato considerarlo principalmente un teorico: molti dei suoi progetti hanno visto effettivamente la luce, lasciando un segno tangibile nelle città in cui ha operato. Tra questi si ricordano ad esempio l’Istituto di Fisica nella Città universitaria di Roma (1934) e la sede dell’Università Luigi Bocconi di Milano (1936-42). Per alcuni dei suoi progetti disegnò anche arredi, anch’essi impregnati del suo tipico minimalismo funzionalista (uno di essi, il portaoggetti Chichibio, verrà poi rieditato da Zanotta a partire dagli anni ’80). Progressivamente sempre più critico verso il regime fascista, nel corso della seconda guerra mondiale si avvicina ai movimenti della Resistenza e viene per questo arrestato. Morirà nel campo di concentramento di Mauthausen pochi giorni prima della liberazione del campo.