Carlo De Carli

Carlo De Carli (1910-1999) è stato un apprezzato architetto italiano del Dopoguerra. Amico e seguace di Gio Ponti, con cui collaborò sia a livello universitario sia facendo parte per un anno del suo studio, fu nel 1962 successore dello stesso Ponti sulla prestigiosa cattedra di Architettura degli interni del Politecnico d Milano, da cui contribuì a formare un’intera generazione di designer. Fu inoltre preside della facoltà di Architettura del Politecnico dal 1965 al 1968, attraversando i difficili anni della contestazione studentesca, e collaborò a lungo con la Triennale di Milano. La sua opera, importante soprattutto dal punto di vista teorico, si pone nel solco del pensiero di Gio Ponti ed elabora la teoria secondo la quale la prassi architettonica doveva essere la medesima tanto nella progettazione di grandi edifici quanto in piccoli oggetti d’uso quotidiano, “dal cucchiaio alla città”, secondo una fortunata espressione di Ernesto Nathan Rogers. Mise in atto queste teorie collaborando con diverse realtà artigianali della Brianza, con le quali darà vita a arredi dalle linee dinamiche dal gusto tipicamente Mid-Century, capaci di superare certe rigidità tipiche del Razionalismo. Fra le aziende con cui collaborò si segnalano Cassina (con la quale vinse nel 1954 il Compasso d‘Oro per la sedia 683), Tecno, Longhi, Sormani, che oggi però non presentano più a catalogo nessuna sua creazione. È invece presente nella selezione di prodotti di Tacchini e Gubi, brand rinomati per la capacità di dare nuova vita a maestri del passato. In ambito architettonico realizzò i suoi progetti più famosi tra la fine degli anni ’40 e gli anni ’50, tra cui si segnalano il palazzo di via dei Giardini e la chiesa di Sant’Ildefonso, entrambi a Milano.