Arata Isozaki | Le collezioni del designer

Arata Isozaki

Arata Isozaki
Arata Isozaki (1931-2022) è stato una delle più grandi archistar giapponesi del XX secolo. La sua lunghissima carriera è culminata con la vittoria nel 2019 del Premio Pritzker, massima onorificenza nell’ambito dell’architettura, ed è stata segnata dalla tenace volontà di non legarsi a un singolo stile o moda, in una continua evoluzione personale in costante dialogo con le tendenze del momento. La sua carriera ha inizio negli anni ’50 sotto l’ala protettiva del grande architetto brutalista Kenzo Tange, altra grande archistar giapponese nota in tutto il mondo. Dopo un decennio passato lavorare nello studio del maestro decide nel 1963 di mettersi in proprio per fondare l’Arata Isozaki Atelier e si avvicina allo stile del Movimento Metabolista, visionaria corrente emergente che caratterizzò fortemente il dibattito teorico dell’architettura giapponese in quegli anni. Presto dissociatosi da certi eccessi del metabolismo, a partire dagli anni ’70 Isozaki approda a un richiamo più esplicito dei modelli storici dell’architettura occidentale, spesso decostruiti in senso straniante attraverso una sovrapposizione di elementi tipici dell’architettura giapponese. Punto d’arrivo di questa visione è il progetto per lo Tsukuba Center Building (1979-83), espressione di uno storicismo rivisitato che lo avvicina ai grandi maestri del Post-Modernismo in voga in quegli anni. Sempre negli anni ’80 ha le sue esperienze più rilevanti anche nel campo del product design con gli arredi disegnati per il collettivo Memphis guidato da Ettore Sottsass e i gioielli realizzati per Cleto Munari, tutti venati da un senso dell’ironia tipicamente post-moderno. Nel frattempo la su ricerca architettonica si avvicina alla maturità con opere come il MOCA – Museum of Contemporary Art di Los Angeles (1986) o la strabiliante Art Tower Mito a Tokyo (1986-1990). Negli ultimi anni della sua vita stringe infine un forte rapporto con l’Italia, fondando nel 2005 in partnership con Andrea Maffei una branca estera del suo studio e dando vita a progetti quali il Palasport Olimpico di Torino (2005) o la Torre Allianz protagonista del nuovo quartiere di CityLife a Milano (completata nel 2015).