CORPUS – La mostra di Javier Marìn al MUDEC
Dal 20 Giugno al 9 Settembre avrà luogo la mostra CORPUS dell’artista Javier Marìn presso il MUDEC – Museo delle Culture di Milano.
Javier Marín nato nel 1962 a Uruapan in Messico, è da oltre trent’anni attivamente coinvolto nel mondo dell’arte dove si è distinto per il suo genio creativo in più di novanta mostre individuali e duecento collettive in Messico, Sati Uniti e Canada, così come in diversi paesi dell’America Centrale, Sudamerica, Asia ed Europa. Il lavoro di Javier Marín si concentra principalmente attorno all’essere umano, sviluppando all’interno del processo creativo un moto di costruzione e de-costruzione delle forme tridimensionali. Javier Marín ha sempre prediletto la scultura come suo principale mezzo espressivo, ma ultimamente ha sperimentato anche il disegno e la fotografia. Lo showroom Salvioni Milano Durini espone fin dalla sua inaugurazione numerose opere dell’artista all’interno dei propri spazi espositivi dove la direzione creativa Salvioni e dell’architetto Riccardo Rocchi hanno voluto unire arte e design in un connubio solidale e interdipendente. La collaborazione con la Galleria d’Arte Barba Paci, ha permesso di rinnovare nel tempo le opere dell’artista ad oggi visitabili all’interno della mostra CORPUS.
CORPUS
Corpus è il progetto di una mostra individuale dell’artista che include una selezione di sculture, opere pittoriche e opere grafiche realizzate lungo i suoi ultimi venticinque anni di attività, inclusi alcuni progetti più recenti, alcuni realizzati appositamente per questa mostra. L’esposizione ha lo scopo di presentare al pubblico un’antologia del lavoro estetico di Javier Marín attorno alla figura umana, accentuandone la condizione di riflesso dell’uomo, che attraverso la propria duplicità visiva della realtà riesce a moltiplicare il mondo e a rappresentare il suo transito attraverso lo stesso.
Per lo scrittore Jorge Luis Borges, lo specchio è nel contempo un’opportunità per contemplare l’infinito e un’occasione per capire gli altri, che non sono altro che il riflesso di noi stessi; per lui, l’altro: “è un volto che guarda ed è guardato”. Indubbiamente lo specchio, che a sua volta diventa le figure stesse che riflette, è uno dei modelli classici della storia dell’arte ed è una delle immagini che meglio descrivono le vicende umane.
Nel caso specifico della pittura e della scultura, l’opera d’arte è più che un semplice testimone del processo creativo; l’opera d’arte condensa la trasmutazione dell’autore nell’altro, nel proprio sosia, un sosia attraverso il quale si manifestano i suoi desideri e le sue tristezze, i suoi dubbi e le sue certezze. Parla di sé e anche di qualcosa d’altro, di un testimone che si riesce appena a intravedere nell’impressione che viene lasciata sul bronzo o nell’olio della tela.
In questo senso, Corpus offre una lettura sulla scultura e sulla pittura dell’artista Javier Marín che viene articolata su tre fulcri discorsivi molto vicini fra di sé e vincolati ad una serie o corpo specifico di opere, che comunque conservano come punto d’incrocio e di legame la nozione dell’opera d’arte come uno specchio la cui portata si estende sia verso il passato che verso il presente dell’arte.